La Serenissima e gli Stati Uniti d'America :un legame indissolubile
Paolo Sarpi e la Democrazia Americana
Il contributo veneto dimenticato alle fondamenta della libertà moderna
Le ultime parole di un patriota
Venezia, gennaio 1623. Fra Paolo Sarpi, teologo, storico, difensore della Serenissima Repubblica, giace morente. Le quindici pugnalate ricevute sedici anni prima per mano di sicari probabilmente inviati da Roma non lo avevano ucciso allora, ma il suo corpo ora cede. Con un ultimo sguardo alla città che ha servito e difeso per tutta la vita, sussurra: "Esto perpetua" – che ella viva per sempre.
Sono parole profetiche e tragiche. Tragiche perché Venezia cadrà nel 1797, appena 174 anni dopo, conquistata da Napoleone e poi venduta all'Austria come merce. Profetiche perché quelle stesse parole risuoneranno, quasi due secoli dopo, in una lettera tra due giganti della democrazia moderna.
Una lettera tra vecchi rivoluzionari
21 dicembre 1819. John Adams, 84 anni, secondo presidente degli Stati Uniti, scrive al suo vecchio amico e rivale Thomas Jefferson, 76 anni, terzo presidente. Sono gli ultimi anni della loro vita. Dopo decenni di scontri politici feroci, hanno ripreso a scriversi nel 1812, e la loro corrispondenza è diventata uno dei documenti più profondi del pensiero politico americano.
In quella lettera del dicembre 1819, Adams evoca le ultime parole di Paolo Sarpi – "Esto perpetua" – come augurio simbolico per "il nostro vasto impero americano e le nostre istituzioni libere".
Non è una citazione casuale. Non è folklore erudito. È il riconoscimento esplicito di un legame ideale profondo.
tragico paradosso
Mentre John Adams nel 1819 augurava alle istituzioni americane la perpetuità che Sarpi aveva augurato a Venezia, il destino del Veneto stava per compiersi nella direzione opposta.
Nel 1866, appena 47 anni dopo quella lettera, il Veneto fu conquistato dal Regno d'Italia sabaudo attraverso un plebiscito che gli storici più onesti riconoscono come farsa: voto palese, brogli, occupazione militare, risultati ridicoli (641.758 sì, 69 no).
Quello che seguì fu la cancellazione sistematica di tutto ciò che Sarpi aveva difeso:
La sovranità veneta fu abolita
La lingua veneta fu proibita nelle scuole, relegata a "dialetto"
Le istituzioni venete furono smantellate
L'identità veneta fu negata, repressa, ridicolizzata
La storia della Serenissima fu minimizzata o distorta
I veneti furono costretti a emigrare in massa – milioni fuggirono verso le Americhe, il Brasile, l'Australia – non per spirito d'avventura, ma perché tasse oppressive (come quella sul macinato che tassava il pane), leva obbligatoria per guerre non loro, e sfruttamento economico sistematico rendevano la vita impossibile.
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